Se ci fate caso per quanto si siano evoluti i modi in cui ascoltiamo la musica e la facilità con cui riusciamo a reperirla, le ragioni che ci spingono a farlo sono sempre le stesse da centinaia di anni!
Ma questo perchè accade? Ci sono stati parecchi studi in merito, uno tra questi mi ha fatto sorridere, perchè davvero sembra la descrizione del nostro corso Vacanze Musicali.
Di seguito vi riporto i risultati della ricerca condotta dalla Lonsdale and North (2010), durante la quale gli scienziati hanno chiesto a 300 giovani le ragioni principali per cui amano ascoltare musica. Ecco le risposte:
6. La musica fa conoscere gli altri e il mondo
La musica ci fa fare incontri. La musica racconta le storie di altre persone e luoghi e ci fa accedere alle nuove esperienze. La musica ci può insegnare come gli altri pensano e ci manda continuamente dei messaggi da posti che probabilmente non riusciremo mai a vedere.
La ricerca psicologica è riuscita a definire il metodo di valutazione della nostra personalità dalla musica che ascoltiamo. In uno studio è stato testato che i partecipanti potevano ampiamente delineare la personalità degli altri sulla base delle loro prime 10 canzoni della playlist. Lo studio di psicologia lo puoi trovare nel post: Personalità segreta? Nel tuo lettore MP3!
La musica è capace di inviarci messaggi sullo stato emotivo del mondo. Dodds e Danforth (2009) hanno scaricato i testi di quasi 250.000 canzoni composte tra il 1960 e il 2007. I testi che hanno verificato, si sono dimostrati costantemente sempre più deprimenti fino al 1985 per poi stabilizzarsi intorno al 1990. Questo declino è stato osservato in tutti i generi musicali!
5. Definisce l’identità personale
Al numero 5 si piazza l’identità personale. Il tipo di brano musicale che ci piace esprime qualcosa di noi stessi. Anche generi molto vasti come il rock, la musica classica e il blues, abbozzano già l’immagine di una persona. Scopriamo noi stessi attraverso la musica: impariamo chi siamo e a cosa apparteniamo. Attraverso la musica possiamo costruire e proiettare un’immagine di noi stessi.
La tendenza generale della pop music va verso un maggiore narcisismo.Uno studio ha esaminato i testi delle 10 migliori canzoni negli Stati Uniti tra il 1980 e il 2007 ( DeWall et al., 2011 ), si è notato che i testi relativi a comportamenti antisociali in questo periodo sono aumentate. Di contro, nello stesso periodo, i testi relativi a emozioni positive, interazioni sociali, sono diminuiti.
4. La musica crea rapporti interpersonali
La quarta funzione più importante della musica è la sua dimensione sociale. Chi ascolta dei brani ha un punto di conversazione in più. Noi ascoltiamo musica mentre siamo con altre persone e parliamo di ciò che ascoltiamo con esse. E’ una connessione con gli altri che si crea “a colpi di note musicali”.
Inoltre non c’è alcun dubbio che musica e amore siano indissolubilmente legati e usiamo l’una per ottenere l’altra. Ma l’esposizione alla musica romantica rende una donna più propensa ad accettare un appuntamento galante? A tal proposito gli psicologi transalpini hanno voluto studiare i numeri reali Gueguen et al. (2010) . La risposta è: decisamente sì. La percentuale di donne che accettano un appuntamento, quasi raddoppia, dal 28% al 52% dopo che hanno ascoltato melodie romantiche!
Ora vi chiederete qual è stata la canzone utilizzata per l’esperimento!? La canzone mielosa è :”Je l’aime à mourir” (La amo da morire) di Francis Cabrel, visto che la ricerca è stata condotta in Francia.
3. Gestione del cattivo umore
Al terzo posto ma quasi pari merito con il secondo, c’è la gestione del cattivo umore. Quando siamo di cattivo umore, la musica ci dà una mano per affrontare questo momento. Quando il nostro umore è basso, siamo spinti come in un momento di catarsi, ad ascoltare musica triste. In qualche modo è utile sapere che non siamo soli. Noi usiamo la musica per alleviare la tensione, esprimere i nostri sentimenti e fuggire la realtà della vita quotidiana.
La musica certamente sembra aiutarci a far fronte ai fardelli di cui la vita ci carica. Ci sono stati molti studi su persone che erano in procinto di sottoporsi a procedure mediche dolorose e che son stati aiutati nel loro periodo di stress e di ansia. Ad esempio uno studio che potrei citare è questo: (Good et al., 2002).